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L'intera produzione lirica di Salvatore Quasimodo, dagli esordi (i primi versi, poi confluiti in "Acque e terre", risalgono agli anni dell'adolescenza) all'ultima raccolta, "Dare e avere", pubblicata due anni prima della morte. In questa edizione ampliata e arricchita di apparati di commento che offrono nuove interpretazioni è presente, inoltre, una folta appendice di poesie disperse o non ripubblicate dall'autore e di inediti giovanili, che accresce in maniera significativa il corpus finora noto. Ciò che in tal modo si disegna è un itinerario di assoluta originalità che attraversa tutto il Novecento, dalle prime prove di sapore dannunziano-pascoliano e crepuscolare ai testi ermetici, fino ai componimenti strettamente legati alle drammatiche vicende storiche del secolo e ai versi dell'ultima stagione caratterizzati da una forte dimensione narrativa. Punto cruciale di snodo il "laboratorio poetico" costituito dalla versione dei lirici greci, qui presentati non in posizione liminare, come semplice traduzione, ma come vero e proprio libro autonomo, un atto creativo nel quale Quasimodo ha trovato l'autenticità della propria voce, dando vita a testi di assoluta bellezza.